La moto fin qui sviluppata dal team R&D di Borgo Panigale e portata in pista tra Cremona e Montevarchi da Antoine Meo e da Filippo Bertuzzo, sarà guidata per la prima volta da Cairol

Primi test con Cairoli e Lupino

Non poteva che iniziare con una bella granita al sole il primo test del neonato team Maddii Ducati. Antonio Cairoli e Alessandro Lupino hanno raggiunto sull&rsquo;isola Marco Maddii e si sono concessi una tappa golosa a Taormina dove al tavolo di uno dei posti preferiti dal nove volte Campione del Mondo si sono gustati la famosa granita siciliana, sotto un cielo assolato e ancora caldo e in un clima ben lontano da quello che sta bagnando il resto della penisola.    La storia di Cairoli in partenza per la Sicilia per provare &quot;la bestia rossa&quot;  Tre giorni di test siciliani per la Ducati da MXGP  I due piloti, amici da una vita e ora di nuovo colleghi dopo esserlo stati sotto la tenda del team De Carli-Yamaha, si sono ritrovati per affrontare il primo test che dovrebbe dettare i tempi della messa a punto della nuova Ducati 450 che dovrebbe debuttare nel Campionato Italiano Prestige di Motocross il 17 e 18 marzo prossimi sulla pista di Mantova. La moto fin qui sviluppata dal team R&amp;D di Borgo Panigale e portata in pista tra Cremona e Montevarchi da Antoine Meo e da Stefano Pezzuto, sar&agrave; guidata per la prima volta da Cairoli il quale, assieme al pilota del Gruppo Fiamme Oro, dovr&agrave; dare ulteriori indicazioni per affinare il prototipo che potrebbe debuttare in MXGP nel 2025.    Eravamo tre amici al bar, da sx: Marco Maddii, Cairoli e Lupino 

Trasferta siciliana per il team Maddii e la Ducati che far&agrave; provare la nuova 450 di Borgo Panigale ai suoi piloti. I test che dovrebbero protrarsi fino al fine settimana sono i primi&nbsp;

Ducati: primi test con Cairoli e Lupino

        Si conferma anche a EICMA la voglia di Adventure che sta trascinando il comparto dell&rsquo;offroad con le Maxi Enduro, impegnate questa volta non in un raid africano o nel Campionato Italiano Motorally ma in un ben pi&ugrave; stretto e tortuoso tracciato ricavato all&rsquo;interno di Motolive, il contenitore adrenalinico di EICMA.  Il podio del Trofeo EICMA Maxi Enduro con da sx: Meo, Aubert e Botturi Moto esagerate per uno spattacolo esagerato Accesissima la sfida tra tre case impegnate ufficialmente in pista con i piloti di punta&nbsp; pronti a mettersi in gioco per portare a casa un trofeo pi&ugrave; simbolico che altro ma che davanti al pubblico degli appassionati e potenziali clienti del futuro, diventa un riconoscimento di un certo livello. In gara, tra gli altri, Antoine Meo, con la Ducati Desert X Rally, sviluppata proprio dal pluri-campione di Enduro ed ex pilota di motocross, Alessandro Botturi, specialista del Moto Rally e del Raid TT, in sella alla Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 e del Campione del Mondo di Enduro e della Sei Giorni, Johnny Aubert, in gara con la KTM 890 Rally.  Antoine Meo spettacolare in sella alla Desert X Rally nello stretto tracciato di Motolive  KTM, Ducati e Yamaha, una sfida tra sport e mercato E&rsquo; stato proprio quest&rsquo;ultimo a portarsi a casa il trofeo, al termine di una battaglia che lo ha visto battere uno dopo l&rsquo;altro gli avversari, fino ad arrivare in finale contro il connazionale Meo, battuto in due round, con il ducatista a terra nell&rsquo;ultima run, dopo un avvio spettacolare che lo ha visto chiudere di soli due decimi alle spalle del vincitore nella prima. Azzeccatisisma la formula dell'1 contro 1 che ricorda i mitici Memorial Bettega del passato, con i rider in gara ad eliminazione diretta davanti al pubblico esaltato dalle prestazioni dei potenti bicilindrici, praticamente tutti in versine standard.        

Spettacolo all&rsquo;interno dell&rsquo;arena Motolive, con le Maxi Enduro in gara con una formula spettacolare che ha esaltato le doti delle bicilindriche&nbsp;

Trofeo EICMA Maxi Enduro 2023

        Il primo giorno vero e proprio all'Erzbergrodeo come al solito significa tracciare una corsa cronometrata nel "Iron Road Prolog". I piloti hanno due tentativi in questa corsa ad alta velocit&agrave;, uno oggi venerd&igrave; e un altro sabato, per stabilire le posizioni nelle file di partenza per la gara principale di Hare Scramble di domenica.La prima fila di 50 &egrave; importante per i piloti dell'Hard Enduro World Championship, ma piazzarsi tra i primi 500 significa un inizio di gara principale per il resto dei 1500 piloti che iniziano il prologo.La regola empirica &egrave; che la prima manche &egrave; la pi&ugrave; veloce con i ciclisti che raramente stabiliscono un tempo pi&ugrave; veloce il secondo giorno a causa del percorso battuto da cos&igrave; tante moto.Quando diciamo corsa ad alta velocit&agrave;, intendiamo sul serio. Il prologo di Erzberg &egrave; famigerato e probabilmente il pi&ugrave; veloce che molte di queste bici da enduro hard andranno mai. I motociclisti pi&ugrave; veloci equipaggiano le loro bici anche per una maggiore velocit&agrave;... Iron Road 2023: cosa &egrave; successo Sonny Goggia ha superato i suoi rivali regolari HEWC per conquistare il terzo posto davanti a Wade Young quarto e guidando un gruppo di top rider a pochi secondi l'uno dall'altro.Il miglior pilota della Red Bull KTM Factory al quinto posto non &egrave; stato Mani Lettenbichler ma Matthias Walkner sulla KTM Rally 450.Alcuni corridori erano fuori dai primi 50 e domani avranno un compito difficile da migliorare il loro tempo su un percorso malconcio. Ci&ograve; includeva Ryder Leblond 52esimo, Mitch Brightmore 57esimo, Graham Jarvis 59esimo, Quinn Wentzel 82esimo, Michele Bosi 102esimo e tra gli altri).Nella battaglia delle moto grandi (soprattutto moto bicilindriche Adventure), Antoine Meo ha portato al vertice la Ducati con un tempo di 10:51.3 (che lo collocherebbe ai margini della top 30 scratch), Pol Tarres &egrave; stato secondo sulla sua pesante ha adattato la Yamaha Tenere appena fuori dai primi 50 graffi con 11: 03.5 (passando anche alla gara principale mentre altri qui no) e Xavier de Soultrait terzo sulla KTM 890 in 11: 32.5. Credit Foto: Red Bull Content Poool Risultati del giorno 1 del prologo di Iron Road 2023 (I risultati sono provvisori e verranno aggiornati).        

Scopri i risultati dal primo giorno del prologo Erzbergrodeo Iron Road 2023

Andrea Verona è il più veloce nella Iron Road

        Comunque sia finita, la 96&ordf; Sei Giorni Enduro in Francia &egrave; stata sicuramente una delle pi&ugrave; belle, combattute, incerte e ricche di colpi di scena, con organizzazione perfetta e percorsi bellissimi tra le alture montane del Massiccio Centrale dell&rsquo;Occitania. Facciamo un giro dietro alle quinte di questa Sei Giorni FIM Enduro in Francia.  Il Presidente FMI Copioli d&agrave; la carica alla Maglia Azzurra  Giovanni Copioli non &egrave; solo il Presidente FMI, ma soprattutto grande appassionato di enduro e tifoso dell&rsquo;Italia seguendo nuovamente tutta la Sei Giorni dei dieci piloti in Maglia Azzurra con record di 12 presenze per Oldrati, 8 Salvini, 7 Verona, 3 Spanu, 2 Cristino, Rinaldi, Colorio. Tre gli azzurri al debutto: Bernardini, Lesiardo, Bernini.  Alex Salvini quale futuro nel 2023?  Concentrato al massimo nella sua nona Sei Giorni con la squadra del Trofeo Mondiale in Maglia Azzurra, rumors del paddock vorrebbero per Alex Salvini un interessamento della Fantic non solo per l&rsquo;Enduro. Altre voci vedrebbero per Salvini due alternative; una un probabile impegno anche nei Rally, l&rsquo;altra un&rsquo;eventuale collaborazione con Fantic come collaudatore dei modelli 4T.  &nbsp; Dream team 11 volte iridato tra i Club  Pubblico francese in delirio al passaggio della squadra di Club composta da Antoine Meo (5 titoli), Christophe Nambotin (3 titoli), Pela Renet (2 titoli, 1 in MX3). Meo ha corso con una Kawasaki C1 stranamente sponsorizzata &ldquo;Ducati Esprit&rdquo; con voci del paddock che lo vorrebbero tester del progetto Ducati MXGP e EnduroGP.  KTM, &egrave; sempre record insieme a Husqvarna  Delle 541 moto partenti, la KTM ha riaffermato la propria leadership che dura ormai da un 21 anni nel confronto con le altre marche con ben 181 moto al via. Queste le altre marche: Husqvarna 112, Sherco 61, GASGAS 48, Beta 42, Yamaha 24, Honda e Fantic 22, Rieju 19, TM 11, Kawasaki 1.  Cronometristi Made in Italy  Lo Staff Crono FMI guidato da Fabio Di Meo impegnato da 20 anni nelle gare tricolori e nel 2021 alla Sei Giorni in Italia ha effettuato con 15 addetti il servizio cronometraggio affiancato da altri 12 crono francesi.  &nbsp; Nel Mondiale Enduro Estremo passa al comando Manuel Lettenbichler  Doppia trasferta oltre Oceano in agosto per il Campionato Mondiale Enduro Estremo AKnockout a Sequatchie. Successivamente in Canada la Red Bull Outliers il 27-28. Al suo debutto nel Campionato del Mondo Enduro Estremo, il canadese Trystan Hart si &egrave; imposto alla TKO. Hart ha preceduto Lettenbichler (Ger-KTM) e Roman (Spa-Sherco) con questa classifica iridata: Roman punti 88, Lettenbichler 87, Jarvis (Gbr-Husqvarna). Nella gara canadese, disputata a Calgary, vittoria di Lettenbichler davanti a Hart e Roman. Il tedesco della KTM &egrave; cos&igrave; passato al comando della classifica di campionato rendendo ancora pi&ugrave; incerta l'ultima prova alla Hixpania del 7 ottobre con questa classifica: Lettenbichler punti 107, Roman 103, Jarvis 82.  Moto dei piloti USA troppo rumorose  Durante le verifiche tecniche una ventina praticamente di moto dei piloti Usa si sono sottoposte ad almeno cinque/sei controlli fonometrici per ridurre per l&rsquo;eccessivo rumore oltre i 118/120 decibel. Sono cos&igrave; stati modificato gli interni degli scarichi perch&eacute; nelle gare Usa la prova fonometrica &egrave; effettuata con motore al minimo, mentre nella EnduroGP e Sei Giorni a gas spalancato e il rumore non deve essere superiore a 112 decibel pi&ugrave; altri 2 di tolleranza massima. Assistenze record per lo stesso Team di Salvini  Oltre all&rsquo;assistenza di Alex Salvini, degli inglesi Harry Edmondson e Jed Etchells, dei Trofei Mondiale e Junior del Cile, il Team JET-Zanardo ha seguito con il proprio staff di 14 meccanici e addetti, 39 piloti di 9 nazioni tra italiani, brasiliani, giapponesi, australiani, Sud America, Nuova Zelanda. &nbsp; Percorso e speciali  Circa 1300 i km. del percorso di questa Sei Giorni, articolati sempre in un giro a giornata tra i 260/280 km. 13 le differenti speciali, tutte da un minimo di 5 Km a 7.5 km. Il Day1 e Day2 sono state disputati 5 Cross Test. 3 Cross Test e 2 Enduro Test nel Day3 e Day4. Nel Day5, 1 solo Enduro Test e 4 Cross Test. Sabato la prova finale di Cross tracciata all&rsquo;interno del paddock. Lucchetti sulle moto in Parco Chiuso  Per scoraggiare eventuali furti di moto l&rsquo;organizzazione ha previsto l&rsquo;applicazione di un lucchetto da parte dei piloti sulle proprie moto. Prima del via sono comunque state rubate in zona paddock otto moto di appassionati.  Resiste il record di partenti del 2021 in Italia  Questi i partenti delle ultime Sei Giorni: 2013 Sardegna 620, 2014 Argentina 347; 2015 Slovacchia e 2016 Spagna 546, 2017 Francia 546, 2018 Cile 437, 2019 Portogallo 508, 2021 Italia 634, 2022 Francia 541. &nbsp;  L'Argentina organizzer&agrave; la sei giorni nel 2023  Dopo quasi cinque anni di pausa, la FIM ISDE torner&agrave; in Sud America. San Juan, in Argentina, dar&agrave; il benvenuto alla gara motociclistica fuoristrada pi&ugrave; antica del mondo nel 2023 dopo averla ospitata l&rsquo;ultima volta nel 2014.Sar&agrave; sicuramente una gara spettacolare grazie all&rsquo;incredibile paesaggio naturale di questa terra, ai numerosi appassionati di Enduro presenti in regione e all&rsquo;eccezionale comitato organizzatore.&Egrave; in fase di elaborazione il percorso che sar&agrave; completamente nuovo, il che significa che coloro che hanno gareggiato nel 2014 si troveranno davanti nuovi terreni e percorsi. Anche il paddock sar&agrave; situato in una nuova location.La gara si svolger&agrave; all&rsquo;inizio di novembre 2023, garantendo le temperature ottimali per la gara. Le date esatte e ulteriori dettagli saranno forniti prossimamente.  I numeri dei partecipanti  22 squadre in gara nel Trofeo Mondiale con un totale di 88 piloti, 16 Junior con 48, 8 nella Woman con 24, 127 i Club con 381 con un totale 541 di piloti. Pilori per nazioni: 41 Italia, 114 Francia, 6 Svizzera e Austria, 10 Svezia, 16 Belgio, 22 Rep. Ceca, 8 Rep. Slovacchia, 4 Estonia, 14 Finlandia, 2 Israele, 4 Polonia , 7 Lituania, 40 Germania, 36 Spagna, 46 Gran Bretagna, 20 Olanda, 1 Norvegia, 10 Portogallo e Svezia, 7 Grecia, 11 Australia, 12 Nuova Zelanda, 6 Canada, 31 Stati Uniti, 4 Giappone, 10 Venezuela, 29 Messico, 11 Cile, 3 Sud Africa.  Sei giorni resta sempre un affare  L&rsquo;iscrizione di 900 &euro; a pilota delle 22 squadre del Trofeo Mondiale, 16 Trofeo Junior, 750 &euro; degli 9 Trofeo Woman, 900 &euro; sempre a pilota per i 133 Club, sono stati incassati prima del via circa 506.250mila &euro;. L&rsquo;organizzazione francese ha comunque dovuto versare alla FIM circa il 13% &euro; di diritti. Sempre nelle casse FIM sono entrati anche circa 130/135mila &euro; per i 300 &euro; della Licenza Internazionale "One Event" conteggiata su 400/450 piloti in in quanto non meno di 124 piloti l&rsquo;hanno gi&agrave; per partecipare al Mondiale EnduroGP 2022.       

Una Sei Giorni comprendente ben 13 differenti speciali, tutte comprese tra i 5 e i 7 km, ha finalmente visto vincere i grandi protagonisti degli ultimi sette anni del Mondiale EnduroGP

Dietro le quinte della Sei Giorni Enduro 2022 in Francia

Crederci sempre, buttando il cuore oltre l&rsquo;ostacolo, fronteggiando le difficolt&agrave; con uno spirito di gruppo ineguagliabile. L&rsquo;Italia ha corso la Sei Giorni di Enduro con la consapevolezza di essere tra le protagoniste pi&ugrave; attese e con la capacit&agrave; di non deludere le aspettative.    Nel Trofeo Junior i giovani azzurri sono stati costanti e hanno retto la pressione di trovarsi sempre al comando; nel Trofeo i quattro piloti della nostra nazionale hanno compiuto un&rsquo;impresa nella manche finale di cross: sono riusciti a scavalcare la Spagna nel Trofeo, recuperando 45&rsquo;&rsquo; di svantaggio e agguantando cos&igrave; la seconda piazza.    Junior World Trophy - Nell&rsquo;ultimo giorno di gara gli azzurri hanno fatto perfettamente il loro dovere: amministrare il vantaggio sulla Finlandia. Nel corso dei nove giri previsti Morgan Lesiardo ha spinto senza esagerare, chiudendo la sua manche alle spalle dello statunitense Austin Walton e 4&deg; nell&#39;Assoluta di giornata. Enrico Rinaldi ha completato la top 10 individuale tra gli Junior mentre Claudio Spanu ha gestito la situazione in mezzo al gruppo. La Finlandia non ha avuto alcuna chance di rimonta e ha terminato la Six Days in seconda posizione a 2&rsquo;52&rsquo;&rsquo; dall&rsquo;Italia, vincitrice della coppa pi&ugrave; ambita dai giovani enduristi in 9h58&rsquo;58&rsquo;&rsquo;44, unica formazione a scendere sotto il muro delle 10 ore. I tre nostri ragazzi hanno dimostrato maturit&agrave; e costanza di rendimento, riuscendo a gestire ottimamente i momenti pi&ugrave; critici.    World Trophy - La manche di cross del Trofeo ha dimostrato che la Six Days finisce solo quando si porta la moto al parco chiuso del sesto giorno. Gli azzurri sono andati al cancelletto di partenza con l&rsquo;intenzione di colmare il gap di 45&rsquo;&rsquo; che li separava dalla Spagna e sono riusciti nell&rsquo;impresa: Andrea Verona ha chiuso la gara e l&rsquo;Assoluta di giornata al 1&deg; posto in 13&rsquo;19&rsquo;&rsquo;52; 3&deg; di heat un ottimo Alex Salvini mentre Thomas Oldrati e Samuele Bernardini hanno dato il massimo per guadagnare secondi preziosi senza commettere errori. Andrea Verona &egrave; stato, per la terza volta in questa edizione dell&rsquo;ISDE, il migliore di giornata e ha condotto l&rsquo;Italia a un ottimo risultato; Samuele Bernardini &egrave; stato stoico: nonostante una frattura scomposta all&rsquo;anulare della mano sinistra rimediata nella seconda Prova Speciale del terzo giorno, ha concluso la gara con ottimi tempi. Fondamentali anche Thomas Oldrati e Alex Salvini, il primo con rendimenti sempre pi&ugrave; che positivi, il secondo con tutta la sua esperienza e carisma. La Gran Bretagna ha conquistato la vittoria in 12h49&#39;54&#39;&#39;60 con l&rsquo;Italia seconda a + 4&rsquo;45&rsquo;&rsquo;70 e la Spagna terza a soli 53 centesimi dagli azzurri.    Club Team Award - Kevin Cristino, vincitore della categoria C1 e 2&deg; assoluto tra i club alle spalle di Antoine Meo, &egrave; stato il trascinatore di una squadra che ha acquisito molta esperienza durante l&rsquo;intera Six Days. Luca Colorio e Lorenzo Bernini hanno portato a termine la ISDE senza commettere errori compromettenti e riuscendo a realizzare buoni tempi. Il Moto Club Italia ha cos&igrave; ottenuto il 4&deg; posto mentre la vittoria &egrave; andata al Kbs team.  Giovanni Copioli, Presidente FMI: &ldquo;Abbiamo vissuto un&rsquo;ultima giornata davvero emozionante. E&rsquo; stato esaltante conquistare per la seconda volta consecutiva il Trofeo Junior grazie alle prestazioni dei piloti azzurri; questa &egrave; la conferma del valore dei nostri giovani. Nel Trofeo abbiamo ottenuto un risultato insperato: scavalcare la Spagna in classifica, con una manche di cross corsa in questo modo dai nostri atleti, &egrave; stato fantastico. Credo che i tifosi italiani, sia quelli presenti in Francia sia coloro che ci hanno seguito da casa, abbiano vissuto forti sensazioni. Siamo felici e orgogliosi dei nostri atleti e di tutti coloro che hanno lavorato per portare a termine con successo questa trasferta&rdquo;.  Franco Gualdi, Coordinatore Comitato Enduro FMI: &ldquo;Devo fare i complimenti ai ragazzi del Trofeo Junior per il successo, meritato e guadagnato sul campo grazie a una grande dedizione. Per come &egrave; arrivato, il secondo posto nel Trofeo pu&ograve; essere paragonato a una vittoria viste le emozioni vissute. Credo che questa sia stata un&rsquo;altra Sei Giorni molto piacevole e divertente per i piloti perch&eacute; hanno avuto un ottimo spirito di gruppo sia tra di loro che con tutto lo staff. La Federazione punta molto su questo aspetto: ogni anno si riesce ad avere una squadra compatta e determinata a ottenere risultati di prestigio&rdquo;.  Cristian Rossi, Commissario Tecnico FMI: &ldquo;Abbiamo vissuto una giornata stupenda. La Maglia Azzurra Junior ha ottenuto una vittoria strepitosa e i piloti del Trofeo sono stati fantastici nel recuperare il gap sulla Spagna. Tutti i ragazzi hanno dato il massimo e forse di pi&ugrave;, chi dal punto di vista mentale, chi dal punto di vista fisico, e quindi non posso che ringraziarli e fare loro i pi&ugrave; sentiti complimenti!&rdquo; 

La Maglia Azzurra conclude la Sei Giorni con grandi risultati, conquistando il 1&deg; posto nel Trofeo Junior ed il 2&deg; nel Trofeo Mondiale, con l&#39;Italia a essere unica nazione a salire sia sul podio del Trfoeo Junior, sia del Trofeo Mondiale

FIM ISDE, Day6: il finale &egrave; Grand&#39;Italia

        Concluso anche il terzo giorno di gara, la prima met&agrave; della Six Days 2022 &egrave; alle spalle. L'Italia, grande protagonista della manifestazione, mercoled&igrave; 31 agosto ha consolidato sia il secondo posto nel Trofeo che la leadership nel Trofeo Junior. Da evidenziare la splendida prestazione di Andrea Verona, vincitore assoluto della giornata dopo un lungo testa a testa con lo spagnolo Josep Garcia. I risultati di giornata  Trofeo Mondiale Su un percorso caratterizzato da quattro Enduro Test e un Cross Test, Andrea Verona &egrave; stato il migliore di giornata grazie a un fantastico crono di 35&rsquo;52&rsquo;&rsquo;40. L'azzurro ha primeggiato nella classifica assoluta vincendo tre Prove Speciali su cinque e precedendo Garcia di 9''66.  Thomas Oldrati (3&deg; della E1) &egrave; entrato nella top 10 assoluta concludendo il Day 3 con un buon 37'03''64; non lontano Alex Salvini, 7&deg; della E2 in 37'22''69.  Samuele Bernardini ha portato a termine una giornata sfortunata firmando un 37'56''84.  Nella classifica del Trofeo l&rsquo;Italia &egrave; seconda a 2&rsquo;23&rsquo;&rsquo;16 dalla Gran Bretagna, autrice oggi di una gara senza errori e al vertice della graduatoria in 7h00'22''25. Rispetto a marted&igrave;, la Maglia Azzurra ha guadagnato terreno sulla Spagna, terza ma con un ritardo dai nostri di 37&rsquo;&rsquo;11. Trofeo Junior Sempre pi&ugrave; concreti gli azzurri del Junior World Trophy, che anche oggi hanno ampliato il margine di vantaggio sulla Finlandia, seconda, portandolo a 2&rsquo;09&rsquo;&rsquo;60. L&rsquo;Australia, attualmente terza, conta invece un ritardo di 5&rsquo;39&rsquo;&rsquo;64. L&rsquo;Italia &egrave; al comando della generale in 5h27&rsquo;49&rsquo;&rsquo;26. In un contesto in cui i nostri devono ottenere buoni risultati salvaguardando le moto, Claudio Spanu ha chiuso con il 7&deg; miglior tempo del Trofeo Junior (37'58''73).  Morgan Lesiardo ha realizzato il 9&deg; crono (38'06''51). Enrico Rinaldi ha completato il Day 3 in 38'49''98.   Kevin Cristino &egrave; stato il migliore del Moto Club Italia: 2&deg; assoluto tra i Club e 1&deg; della C1 al termine della giornata, ha preceduto Antoine Meo facendo segnare un ottimo 38'33''78.  Lorenzo Bernini e Luca Colorio hanno riportato la moto in Parco Chiuso dopo essere stati autori di buone prestazioni.   Credit News e foto: FMI Ufficio Stampa        

A met&agrave; della Sei Giorni, l'Italia allunga sulla Spagna nel Trofeo Junior, confermandosi al secondo posto nel Trofeo Mondiale

ISDE Day3: l'Italia allunga nel trofeo Junior e si conferma grande protagonista

        Le Puy en Velay (Francia) - Il percorso dei due giorni iniziali si sviluppa per oltre 280 chilometri: cinque i Cross Test validi come Prove Speciali e ben interpretati ieri dai piloti azzurri.  A sostenere tutti gli atleti italiani &egrave; presente il Presidente FMI Giovanni Copioli: &ldquo;Siamo soddisfatti del risultato odierno e speriamo di continuare su questa strada anche nei prossimi giorni&rdquo;, ha dichiarato. &ldquo;Abbiamo tre team molto competitivi e uno spirito di squadra davvero encomiabile. Mi riferisco sia al clima presente tra i piloti sia all'armonia tra atleti e staff, un aspetto determinante in una spedizione cos&igrave; complessa e articolata come quella organizzata per la Six Days".  I risultati del Day1  World Trophy Molto equilibrata la sfida riservata alle nazionali maggiori. Al termine del Day1 la Spagna guida la classifica grazie a un crono totale di 2h14'43''88. A fare la differenza, le impeccabili prestazioni di Josep Garcia. Pi&ugrave; omogenea la prestazione di squadra della Maglia Azzurra, che ha in Andrea Verona il miglior interprete. L'Italia conta soli 22''26 di svantaggio dagli iberici. La sfida, particolarmente accesa e coinvolgente, ha tra gli attori principali anche la Gran Bretagna, staccata di soli tre centesimi dalla Maglia Azzurra, e gli Stati Uniti, a meno di quattro secondi dai nostri. Andrea Verona (33&rsquo;14&rsquo;&rsquo;12 il suo tempo totale) &egrave; leader della E1, categoria in cui Samuele Bernardini (33&rsquo;51&rsquo;&rsquo;03) e Thomas Oldrati (33&rsquo;51&rsquo;&rsquo;87) occupano la quarta e quinta piazza. Nella E2 Alex Salvini (34&rsquo;09&rsquo;&rsquo;12) &egrave; vicino alla top 10. A guidare l'Assoluta individuale &egrave; Garcia (32'50''77) davanti a Verona. Junior World Trophy Ottimo inizio per gli Under 23 azzurri che nel Day 1 sono stati capaci di collocarsi al primo posto della classifica accumulando un vantaggio di 1'32''97 nei confronti della prima squadra inseguitrice, la Finlandia. Terza la Gran Bretagna a + 2'05''01 dalla leadership. Il pi&ugrave; rapido degli azzurri &egrave; stato Claudio Spanu con un crono di 34'41''72. Veloci anche Morgan Lesiardo (34'44''54) ed Enrico Rinaldi (35'19''51). Subito compromesse le possibilit&agrave; di successo di tre delle formazioni inizialmente favorite: Francia, Svezia e Stati Uniti hanno visto i ritiri rispettivamente di Antoine Alixe per un problema elettrico, di Albin Norrbin e Cody Barnes nella parte iniziale di gara per questioni tecniche. Club Team Award In forte evidenza il Moto Club Italia. Kevin Cristino ha realizzato il terzo tempo assoluto alle spalle del cinque volte Campione del Mondo Antoine Meo e del ceco Krystof Kouble. L'azzurro &egrave; 2&deg; della C1, categoria che vede Lorenzo Bernini 8&deg; e Luca Colorio 11&deg;.Cristian Rossi, Commissario Tecnico FMI: &ldquo;Oggi siamo andati piuttosto bene. Nel Trofeo siamo a ridosso della Spagna, con un distacco che al termine di ben cinque Prove Speciali &egrave; minimo: 22 secondi. I piloti sono molto determinati e domani partiremo ancora con l'intento di essere i pi&ugrave; veloci. I ragazzi del Trofeo Junior hanno un ampio margine di vantaggio sulla Finlandia. I ritiri di alcuni piloti avversari probabilmente ci hanno agevolato, sicuramente sorpreso, ma noi dobbiamo continuare a pensare solamente alla nostra gara. Molto positiva anche la prestazione dei giovanissimi del Moto Club Italia".       

Si &egrave; disputato ieri, in Francia, il primo giorno di gara della 96&deg; Internazional Six Days of Enduro (ISDE), in programma fino a sabato. I campioni in carica hanno dimostrato velocit&agrave;, determinazione e costanza riuscendo a piazzarsi ai vertici della competizione: seconda nel Trofeo e prima nel Trofeo Junior

Sei Giorni Enduro: Italia protagonista assoluta del Day 1 in Francia

        PIACENZA - Dicono che il destino lo scriviamo noi. Dicono che la fortuna o la mala sorte non esistono. Ecco perch&eacute; bisogna sempre guardare al domani per trovarsi pronti anche di fronte a scelte difficili o controcorrente. Ne sa qualcosa Alex Salvini che quest&rsquo;anno ha deciso di ritornare sulla Husqvarna FE del Team JET-Zanardo con cui nel 2018 sfior&ograve; per tre incredibili sfortune quello che avrebbe potuto essere il suo secondo titolo iridato nel Mondiale EnduroGP della classe E2 in cui aveva stradominato l&rsquo;intero campionato. Purtroppo per lui furono determinanti tre incredibili episodi negativi.  Il primo; il ritiro del sabato nel GP d&rsquo;Italia per acqua mischiata alla benzina, trovata dopo un accurato controllo nel serbatoio. Il secondo; un minuto perso la domenica al GP di Francia per la moto rimasta incastrata tra gli alberi della Enduro Test. Il terzo ed ultimo; l&rsquo;accidentale strappo dei due cavi elettrici posizionati sotto il corpo farfallato dell&rsquo;iniezione, che gli fecero tagliare il traguardo del GP di Germania fuori tempo massimo. Scopriamo insieme in questa intervista in esclusiva perch&eacute; Salvini ha scelto di ripartire nuovamente da zero con coraggio, classe, tanta voglia di lavorare, ma soprattutto, con il desiderio di rimettersi in discussione dopo due anni difficili.  L'intervista ad Alex  Dopo tre anni con Honda-RedMoto come &egrave; nata la decisione di ritornare con il Team JET-Zanardo e sulla Husqvarna FE 450 con cui avevi gi&agrave; corso nel 2018 sfiorando clamorosamente quello che avrebbe potuto essere il tuo meritatissimo secondo mondiale della E2? &ldquo;La decisione &egrave; nata quando, a met&agrave; 2021, in un momento molto difficile per me, prima Luca Castellana, mio amico e tecnico personale nella sfortunata stagione 2018, poi Franco Mayr sono venuti da me per sentire come stava andando. Cos&igrave; parlando, sono usciti i ricordi di quel mondiale di quattro anni fa e di come &egrave; purtroppo finito e che magari sarebbe stato bello provare a ripetere quella esperienza nella speranza di un finale migliore. In quel momento ero veramente a terra, sia moralmente che fisicamente, ma nei giorni successivi questo pensiero &egrave; continuato a girare nella testa. Ora, eccoci qui di nuovo insieme con il Team JET-Zanardo e l&rsquo;Husqvarna&rdquo;.  Insomma il Team JET-Zanardo di Franco Mayr che &egrave; stato praticamente il tuo primo amore. &ldquo;&Egrave; vero, con questa squadra ho avuto sempre un buon feeling e ottimi risultati. Dalla conquista del titolo E2 nel 2013, ai secondi posti sempre nella E2 nel 2014-15 dietro a Pela Renet e Antoine Meo, fino al 2018, durante il quale, titolo conquistato o no, siamo stati i protagonisti assoluti. Franco &egrave; davvero bravo nel coinvolgere, nel seguire, motivare e creare un gruppo di lavoro solido perch&eacute; credo sia davvero uno dei pochi veri team manager che negli anni mi ha capito e gestito bene per farmi rendere al meglio&rdquo;. Nel 2021 hai vinto il tuo 14&deg; titolo italiano tra cui 2 nel Cross e 12 nell'Enduro conquistando il tricolore 450 4T, mentre al Mondiale le cose non sono andate come speravi per problemi fisici. &ldquo;Nel 2021 &egrave; arrivato il mio 14&deg; titolo italiano, ma &egrave; stata una magra consolazione. &Egrave; stata senza dubbio la mia stagione pi&ugrave; difficile e sofferta da quando nel 2011 ho lasciato il cross per passare all&rsquo;Enduro. Prima per l&rsquo;intervento chirurgico alla spalla destra subito nel novembre 2020, con conseguente complicazione ed un secondo intervento che mi ha fatto risalire in moto poche settimane prima della prima prova degli Assoluti d&rsquo;Italia, poi per l&rsquo;infortunio alla schiena subito durante il promo GP del Mondiale in Portogallo con uno schiacciamento delle vertebre lombari ed una compressione al nervo sciatico. Come se non bastasse poi, ho avuto anche la mononucleosi che mi ha veramente messo ko sia fisicamente che mentalmente&rdquo;. Ora &egrave; gi&agrave; tempo di pensare alla prima gara degli Assoluti d'Italia del 5-6 marzo a Arma di Taggia. Come hai pianificato la tua preparazione? &ldquo;Vengo da due stagioni davvero difficili per via degli infortuni, dove ho perso pi&ugrave; di 9 mesi e a 36 anni compiuti, queste cose si sentono. Rispetto al normale, ho anticipato l&rsquo;inizio della mia preparazione di un mese ed a inizio novembre ho iniziato ad allenarmi fisicamente per colmare quel gap fisico che ho dagli altri piloti. Ho cercato in questi mesi di ricostruire una base fisica solida ed ora mi concentrer&ograve; molto sull&rsquo;allenamento specifico in moto, per riprendere feeling e velocit&agrave;&rdquo;.Parliamo di tecnica: cosa hai chiesto alla squadra per sviluppare al meglio l'Husqvarna FE 450 4T con cui gareggerai? &ldquo;Inizialmente avevamo preso in considerazione anche di poter usare la FE 501, ma poi insieme abbiamo deciso di usare la FE 450, moto dove sia io che il Team abbiamo pi&ugrave; esperienza&rdquo;. Su quali aree specifiche della moto si concentrer&agrave; maggiormente il lavoro con la squadra? &ldquo;La moto che avevo lasciato a fine 2018 era ottima, ma quella che ho trovato ora e potuto provare a inizio gennaio 2022, &egrave; davvero eccezionale. La base di partenza &egrave; incredibilmente performante.&nbsp;Con i tecnici del Team JET-Zanardo stiamo lavorando per avere un motore pi&ugrave; preciso e lineare al tocco del gas rispetto a quello che usava l&rsquo;inglese Joe Wooton nella passata stagione, ma soprattutto ci concentreremo molto sulla messa a punto della ciclistica. Prima, per&ograve; dovr&ograve; avere una velocit&agrave; che mi consenta di provare al meglio perch&eacute; ora non avrebbe senso voler testare dei set up e provare soluzioni non definitive e ancora tutte da verificare tra gennaio e febbraio&rdquo;. Quali sono gli obiettivi che hai pianificato con il team manager Franco Mayr? &ldquo;Franco &egrave; un vincente, ha vinto tanto come Team Manager nella sua carriera; quindi so quale &egrave; il suo obiettivo senza che lo dica. Dal canto mio devo essere realista; vengo da due stagioni durissime, ho 36 anni e i miei avversari sono davvero molto forti e pi&ugrave; giovani rispetto a me. Non voglio sbilanciarmi in nessun pronostico perch&eacute; non saprei nemmeno io cosa potrei essere in grado di fare. Posso solo dire che se ho fatto la scelta di staccarmi a livello sportivo e mentale dal mio team S2 Motosport e di correre per il team JET-Zanardo in quanto mi sento ancora in grado di dimostrare a me stesso e a tutti che posso ancora essere della partita&rdquo;.  Se negli Assoluti il tuo obiettivo sar&agrave; quello di arrivare a quota 15 titoli, al Mondiale della E2 sar&agrave; davvero una gran battaglia perch&eacute; la lista degli avversari oltre a te comprendete almeno altri sei/sette top riders davvero tosti e chi ritieni possa essere il pi&ugrave; pericoloso? &ldquo;Abbiamo scelto di correre nella E2, la classe pi&ugrave; combattuta in assoluto perch&eacute;, comunque, sappiamo che quella pu&ograve; essere la moto adatta a me e vogliamo fare il meglio possibile. Anche in passato mi era stata fatta questa domanda e, la mia risposta rimane sempre la stessa: non ho mai scelto la categoria per avere la vita pi&ugrave; facile. Tanto se vuoi vincere, devi essere comunque il pi&ugrave; forte di tutti. Punto e basta. Mi ricordo che nel 2013 mi dissero la stessa cosa. A parte tutto, gli avversari sono tantissimi nella E2; ovviamente in cima alla lista, Garcia, Holcombe, Ruprech, Watson, MacDonald e non ultimo, Milner&rdquo;.  Nella tua carriera hai vinto parecchio. Quale &egrave; stata la tua pi&ugrave; bella affermazione? Il Titolo Mondiale 2013 o il Trofeo Mondiale con l'Italia in Maglia Azzurra alla Sei Giorni 2007 in Cile dove con la Yamaha 250 4T hai debuttato nell'Enduro? &ldquo;Fortunatamente ho vinto tanto in carriera anche se avrei potuto vincere molto di pi&ugrave; e le vicende delle due stagioni 2018 e 2019 lo confermano. A livello di soddisfazione personale, il titolo del 2013 &egrave; stato sicuramente il pi&ugrave; gratificante, il coronamento di un sogno.&nbsp;La Sei Giorni 2007 &egrave; stata la cosa pi&ugrave; inaspettata e bella di tutte perch&eacute; vincere la Sei Giorni al debutto in una gara di Enduro, venendo dal motocross ed essendo stato chiamato all&rsquo;ultimo per fare parte della squadra in Magli Azzurra, quasi praticamente per caso, ha davvero dell&rsquo;incredibile&rdquo;.  Sei Giorni 2022 in Francia e se la FMI ti chiedesse di indossare nuovamente la Maglia Azzurra dell'Italia?&ldquo;Compatibilmente con le decisioni dei tecnici FMI e gli impegni del Team JET-Zanardo, accetterei immediatamente. Indossare la Maglia Azzurra &egrave; sempre qualcosa di eccezionale e devo essere onesto, nel 2021 non averla potuta indossare alla Sei Giorni in Italia &egrave; stata dura, ma giustamente, non sarei stato in grado di poter correre una gara cos&igrave; nelle condizioni fisiche in cui mi trovavo&rdquo;. Alex con la tua compagna Sara Trentini formate una famiglia tutta racing. Come riesci a gestire i tuoi impegni con le gare di Enduro, con quelli di Sara con il Trial, anche perch&eacute; c'&egrave; il vostro bimbo Sebastian? &ldquo;E&rsquo; davvero cos&igrave;, non penso ce ne siano molte le famiglie in giro come la nostra. Praticamente durante l&rsquo;anno tutti i nostri weekend li passiamo sui campi gara, oppure in pista al Borilli Off-road Park di Pietramurata, il parco pista della famiglia di Sara. Compatibilmente con gli impegni, cerchiamo di essere sempre presenti l&rsquo;uno alle gare dell&rsquo;altro, e Sebastian ci segue a tutti gli eventi. Sara &egrave; davvero brava perch&eacute; anche durante i suoi weekend di gara, fa praticamente la mamma a tempo pieno lo stesso&rdquo;.  Hai gi&agrave; pensato a quando smetterai con le gare cosa farai? &ldquo;Onestamente sto ancora pensando a cosa far&ograve; da grande&hellip; In questi anni ho cercato di aprirmi pi&ugrave; strade possibili per quando smetter&ograve;. Mi sono creato un'area a casa con piste e speciali di enduro, cross, estreme. Sono proprietario di un Team, sono diventato anche Tecnico Federale, faccio da tester ed Ambassador per alcune aziende impegnate nell&rsquo;off road. Non voglio precludermi niente, perch&eacute; il futuro &egrave; impossibile da prevedere. Una cosa &egrave; certa, mi piace lavorare con i giovani e sono troppo appassionato di questo sport per non continuare in questo ambiente&rdquo;. Le parole del team manager  Franco Mayr: "Sono veramente orgoglioso di aver potuto contare ancora sull&rsquo;appoggio da parte di Husqvarna Italia per avere nuovamente Alex Salvini con noi nel team JET-Zanardo. All'interno della nostra struttura Luca Castellana &egrave; stato incaricato di essere il team manager della formazione. Siamo sicuri che Luca grazie alla sua esperienza di 9 anni gi&agrave; passati con noi nella squadra, sapr&agrave; al confrontarsi al meglio con i piloti e le aziende che ci supportano dando una ventata di giovent&ugrave; e idee".        

Il pilota 36enne &egrave; ritornato per il 2022 sulla Husqvarna del Team JET-Zanardo, con l&rsquo;obiettivo di puntare al 15&deg; titolo tricolore e essere tra i protagonisti al Mondiale EnduroGP

Alex Salvini, elisir di vita: “Posso ancora essere della partita”

        L&rsquo;edizione numero 40 della Dakar va in archivio dopo 14 tappe e quasi 9.000 km ancora una volta &ndash; la diciassettesima consecutiva &ndash; sigla la vittoria di una KTM. Questa volta a portare la moto di Mattigh&ouml;fen sul gradino pi&ugrave; alto del podio &egrave; stato proprio un pilota &ldquo;di casa&rdquo;: l&rsquo;austriaco Matthias Walkner, che dopo aver accumulato un forte vantaggio nelle ultime tappe, ha gestito in modo intelligente le ultime fasi. Nell&rsquo;ultima tappa ha concluso addirittura ottavo, ma confermandosi vittorioso con 16&rsquo;53&rsquo;&rsquo; su Kevin Benavides e 23&rsquo;01&rsquo;&rsquo; su Toby Price. Alle loro spalle di sono piazzati Antoine Meo (KTM) a 47&rsquo;28&rsquo;&rsquo; e Farres Guell (KTM) a 1.01&rsquo;04&rsquo;&rsquo;.  Lo strapotere KTM &egrave; assoluto: basti pensare che da quando la Dakar si svolge in Sud America, ovvero dal 2009, la vittoria &egrave; sempre andata nelle mani della Casa Orange. La gara pi&ugrave; dura - &ldquo;&Egrave; incredibile, non riesco a descrivere come ci si sente&rdquo;, dice Matthias Walkner dopo aver tagliato il traguardo. &ldquo;La Dakar di quest'anno &egrave; stata molto difficile, forse si tratta della gara pi&ugrave; dura della mia carriera. La navigazione &egrave; stata complicata praticamente gni giorno. All'inizio della gara tutti i migliori erano vicini tra loro, con pochi minuti di distacco tra noi. Io ho cercato di continuare a fare bene ogni giorno, senza commettere errori.  "Eravamo tutti molto vicini fino a quando ho conquistato la vittoria nella speciale. Dopodich&eacute; ho mirato a finire ogni giornata in sicurezza per arrivare alla fine della Dakar senza perdere il vantaggio. Fortunatamente la strategia ha funzionato e ora che ho vinto mi sembra irreale. Grazie alla mia squadra e a tutti quelli che mi hanno supportato. Ce l'abbiamo fatta!&raquo; L'impresa di Laia - Dodicesima posizione assoluta per la pluricampionessa di off road Laia Sanz. &ldquo;Sono felicissima di essere arrivata al traguardo e sono contenta della mia posizione. &Egrave; stato una rally davvero duro: ho avuto due grossi incidenti che per fortuna non hanno causato troppi danni n&eacute; a me n&eacute; alla moto. Sono esausta ma ora mi sento bene perch&eacute; sono riuscita ad arrivare al traguardo&rdquo;, ha detto la spagnola. Gli italiani - Dopo il ritiro di Alessandro Botturi, il primo degli italiani &egrave; Jacopo Cerutti su Husqvarna, che ha chiuso in 20&ordf; posizione riscattando il ritiro dello scorso anno a causa di un infortunio. Poco pi&ugrave; indietro il rookie Maurizio Gerini su Husqvarna, al 22&ordm; posto. Trentunesima posizione per Alessandro Ruoso su KTM, cinquantaduesimo Fausto Vignola su Husqvarna, settantunesimo Livio Metelli su KTM.       

KTM si aggiudica la diciassettesima vittoria consecutiva davanti alla Honda di Kevin Benavides. Sul podio anche Toby Price. Dodicesima Laia Sanz, ventesimo Jacopo Cerutti, primo degli italiani

Dakar: la vittoria di Matthias Walkner

        Continuano i colpi di scena nelle fasi conclusive di questa edizione della Dakar, che taglier&agrave; il traguardo sabato 20 gennaio nella citt&agrave; di Cordoba. In classifica generale al comando si mantiene Walkner, che per&ograve; vede dimezzato il suo vantaggio. Ritiro per Barreda, che era secondo. Undicesima tappa &ndash;Bel&eacute;n-Fiambal&agrave;-Chilecito km 485 La tappa numero undici della Dakar &egrave; stata una vera maratona e ha sancito la prima vittoria in questa edizione per Toby Price; l&rsquo;australiano della KTM &egrave; tornato a vincere dopo il ritiro dello scorso anno, per via di una caduta. Ma la vera rivoluzione in classifica &egrave; l&rsquo;uscita di Joan Barreda: il pilota della Honda era gi&agrave; sofferente prima del via della gara per un problema ad un polso, e nella settima tappa si era infortunato al ginocchio sinistro. Oggi &egrave; stato costretto a dare forfait: lo spagnolo si &egrave; fermato nel centro medico di Fiambal&aacute; e non &egrave; pi&ugrave; ripartito. Era secondo in classifica generale. Da segnalare anche il ritiro dello slovacco Stefan Svitko, che non &egrave; partito dopo la caduta nella decima tappa. Secondo di giornata si &egrave; piazzato l&rsquo;argentino Kevin Benavides, con soltanto 1&rsquo;38&rdquo; di ritardo, con il francese Antoine Meo terzo a 6&rsquo;31&rdquo;. Quarto al traguardo l&rsquo;americano Ricky Brabec, con 7&rsquo;34&rdquo; di distacco, mentre a completare la top five c&rsquo;&egrave; l&rsquo;austriaco Matthias Walkner che dopo la vittoria di ieri conduce la classifica. Walkner ha controllato la situazione, concludendo con 11&rsquo;01&rsquo;&rsquo; di distacco dal vincitore della giornata. Diciottesima posizione per la spagnola della KTM Laia Sanz. Jacopo Cerutti &egrave; transitato ventesimo ed &egrave; il primo degli italiani. Venticinquesimo Maurizio Gerini. La classifica generale - Matthias Walkner conduce con 32 minuti di vantaggio su Kevin Benavides. Sul podio virtuale c&rsquo;&egrave; anche l&rsquo;australiano Toby Price, che ha 39&rsquo;17&rsquo;&rsquo; di distacco. Quarta piazza per Gerard Farres Guell, con Antoine Meo quinto, ma a quasi un&rsquo;ora da Walkner. Laia Sanz &egrave; tredicesima assoluta, a 21&rsquo;&rsquo; dalla top 10 e a 2h 34&rsquo;30&rsquo;&rsquo; dalla vetta. Primo degli italiani &egrave; Jacopo Cerutti, ventesimo.       

L'australiano della KTM coglie la prima vittoria di questa edizione, ma con il quinto posto Matthias Walkner mantiene il comando della corsa con oltre mezz'ora di vantaggio

Dakar, undicesima tappa: Barreda fuori, vince Price

        La decima tappa della Dakar, la prima dopo la pausa forzata per il maltempo, si &egrave; rivelata particolarmente selettiva. Sulla strada da Salta a Bel&eacute;n, in Argentina, molti hanno perso letteralmente la bussola: un errore di navigazione li ha costretti a perdere molto tempo. Ecco com&rsquo;&egrave; andata.&nbsp; Nona tappa &ndash; Salta-Bel&eacute;n km 373 La prima speciale in Argentina si &egrave; svolta con temperature decisamente elevate, che hanno raggiunto i 40&deg;C all&rsquo;ombra. Il pericolo maggiore era la possibilit&agrave; perdita di lucidit&agrave; per i piloti nelle vaste distese di sabbia. E le sorti della gara, molto probabilmente, si sono decise sul letto del fiume di Belen, quando alcuni piloti hanno dirottato di oltre 10 km dal percorso corretto, accumulando ino a 50 minuti di ritardo. Tra loro ci sono anche piloti del calibro dello spagnolo Joan Barreda, che &egrave; arrivato al traguardo della tappa in 14&deg; posizione a 38&rsquo;15&rsquo;&rsquo;, l&rsquo;argentino Kevin Benavides a 47&rsquo;35&rdquo;, l&rsquo;australiano Toby Price a 49&rsquo;17&rdquo; e il francese Antoine Meo, arrivato oltre un&rsquo;ora dopo il primo. A dare l&rsquo;addio definitivo alle speranze di vittoria &egrave; stato Adrien Van Beveren: il leader della gara &egrave; incappato in una caduta ad alta velocit&agrave; a soli tre chilometri dal traguardo e non ha potuto riprendere il via per la sospetta frattura ad una clavicola. Ad avvantaggiarsi di tutto questo &egrave; stato l&rsquo;austriaco Matthias Walkner: il pilota della KTM non ha commesso errori e si &egrave; presentato per primo al traguardo della speciale, staccando di 11&rsquo;35&rsquo;&rsquo; Pablo Quintanilla, secondo di giornata davanti allo spagnolo Gerard Farres Guell. Undicesima posizione per Laia Sanz. Primo degli italiani, Jacopo Cerutti, ventesimo, davanti a Maurizio Gerini, mentre Alessandro Botturi &egrave; stato costretto al ritiro per una caduta che gli &egrave; costata la frattura di una clavicola. Classifica generale - La Dakar vede Matthias Walkner leader con ben 39&rsquo;42&rsquo;&rsquo; di vantaggio su Joan Barreda e 41&rsquo;23&rsquo;&rsquo; su Kevin Benavides, terzo. Con il terzo posto di giornata Gerard Farres Guell balza in quarta posizione in classifica, davanti a Toby Price e Antoine Meo. Quindicesima Laia Sanz, con un ritardo di poco pi&ugrave; di due ore. Il primo italiano &egrave; Jacopo Cerutti, ventitreesimo. Ventisettesimo Maurizio Gerini.       

A 3 km dal traguardo della speciale il francese della Yamaha &egrave; costretto ad abbandonare la corsa che lo vedeva in testa. Ritiro anche Alessandro Botturi

Dakar, decima tappa: Van Beveren cade, Walkner comanda

        Dopo la giornata di riposo a quota 2.600 metri a La Paz, la carovana della Dakar ha ripreso la sua corsa con la settima tappa da La Paz a Uyuni. Una giornata difficile per via delle condizioni meteo, con la pioggia che ha reso ancora pi&ugrave; impervie le piste sterrate e quelle sabbiose dei 425 km di speciale. A dominare &egrave; stato per la terza volta Joan Barreda sulla Honda. L&rsquo;indomani, pioggia e fango hanno fustigato i piloti, che hanno affrontato 498 km di speciale: ha vinto il francese Antoine Meo su KTM, al suo secondo successo di tappa questa edizione, ma al comando della corsa rimane il suo connazionale della Yamaha Adrien Ven Beveren. La tappa di oggi &ndash; luned&igrave; &ndash; &egrave; stata annullata per il maltempo e i piloti riprenderanno la corsa marted&igrave; da Salta, in Argentina. Ecco nel dettaglio come sono andate le ultime due tappe. &nbsp; Settima tappa &ndash; La Paz-Uyuni km 727 Una corsa infernale, fra pioggia e fango, in Bolivia verso Buenos Aires. E&rsquo; stata una tappa marathon, il che significa che i piloti hanno dovuto proseguire senza assistenza fino al bivacco. Terza vittoria per Joan Barreda, che ha siglato i 425 km di speciale precedendo di&nbsp;2&rsquo;51&rdquo; Van Beveren di&nbsp;2&rsquo;51&rdquo;. Il francese rimane per&ograve; al comando e Barreda insegue a 4&rsquo;45&rsquo;&rsquo; nonostante una caduta. Terzo, a 8&rsquo;02&rdquo; Benavides, davanti alla KTM Toby Price, mentre&nbsp;Quintanilla chiude quinto. Diciannovesima posizione per Laia Sanz. Alessandro Botturi si &egrave; piazzato al 22&deg; posto, Maurizio Gerini &egrave; 29&ordf;, &nbsp;Jacopo Cerutti 33&ordf;. Ottava tappa &ndash; La Paz-Uyuni - km 585 Seconda vittoria in questa edizione della Dakar per Antoine Meo. Il francese della Yamaha ha coperto i 498 km di speciale da La Paz a Uyuni, tutti in Bolivia in 5h 24&rsquo;1&rsquo;&rsquo;. &Egrave; stata una sperciale molto impegnativa, per via delle condizioni meteo, con pioggia e fango: il pilota della KTM ha prevalso sullo statunitense Ricky Brabec, per appena 1&rsquo;8&rsquo;&rsquo;. Terzo l&rsquo;australiano Toby Price, a 2&rsquo;45&rdquo;, davanti all&rsquo;argentino Kevin Benavides. Soltanto settimo Adrien Van Beveren, che paga un ritardo di 8&rsquo;44&rdquo; ma si mantiene al comando. Ottava posizione per un Joan Barreda che ha corso con un ginocchio infortunato dopo la caduta nella tappa precedente. Nono posto per la spagnola Laia Sainz, a 14&rsquo;15&rdquo;, con il francese Johnny Aubert a completare la top ten. Ventitreesimo Alessandro Botturi davanti a Maurizio Gerini. Ventisettesima piazza per Jacopo Cerutti. Classifica generale &ndash;Adrien Van Beveren su Yamaha mantiene il comando con 22&rsquo;&rsquo; di vantaggio su Kevin Benavides, su Honda e 6&rsquo;34&rsquo;&rsquo; su Matthias Walkner. Quarta piazza per Toby Price davanti a Joan Barreda, ora staccato di soli 8&rsquo;01. Meo &egrave; sesto a 9&rsquo;56&rsquo;&rsquo;. Tredicesima posizione per Laia Sanz. Ventiquattresimo assoluto Alessandro Botturi; ventiseiesimo Jacopo Cerutti, ventinovesimo Maurizio Gerini.       

Barreda ha vinto la settima tappa, Meo l'ottava. Il maltempo interrompe la corsa, si riparte marted&igrave; dall'Argentina

Dakar: Van Beveren al comando, tappa di oggi annullata

        E&rsquo; stata una tappa massacrante, la sesta della Dakar 2018. Dal deserto del Per&ugrave; i piloti hanno cominciato a salire in quota, sotto la pioggia, a tratti la grandine, e con tanto freddo, che ha preso il posto della forte calura dei giorni passati. Per rendere un&rsquo;idea di quanto sia stata difficile la tappa basti considerare che i 313 km di speciale previsti sono stati ridotti a 194. Ma a questi vanno aggiunti i 457 del lungo trasferimento, durante i quali i protagonisti della Dakar hanno costeggiato il lago Titicaca, prima di passare la frontiera con la Bolivia, fino a La Paz, dove hanno ricevuto un&rsquo;accoglienza trionfale. Qui la carovana si fermer&agrave; per una giornata prima di riprendere il via sabato 13. Sesta tappa &ndash; 194 km &ndash; San Juan de Marcona &ndash; La Paz La tappa prima della pausa ha visto la prima vittoria il pilota KTM Antoine Meo: &laquo;Oggi &egrave; stata una buona giornata. Sono cos&igrave; felice di aver ottenuto la mia prima vittoria di quest'anno: &egrave; fantastico. La giornata &egrave; stata molto lunga e faceva molto freddo. Ho fatto una bella battaglia con Toby Price per tutta la speciale ma, mentre ci avvicinavamo al traguardo, gli ultimi 10 chilometri erano davvero fangosi e scivolosi, e sapevo di avere la possibilit&agrave; di recuperare un po&rsquo; di tempo. Ho corso il rischio, ho spinto molto forte e sono riuscito a batterlo. Domani riposo, e poi via per la seconda parte del rally!&raquo; Secondo di tappa il pilota Honda Kevin Benavides su Honda, che ha preceduto da Toby Price su KTM. Alla sua seconda Dakar, l&rsquo;argentino &nbsp;&egrave; ora il leader della classifica davanti a Van Beveren su Yamaha e a Walkner su KTM.&nbsp; Ventesima piazza per Laia Sanz, che &egrave; diciassettesima nella classifica generale. Giornata difficile per Alessandro Botturi, che ha sofferto per un problema alla moto sin dall&rsquo;inizio della speciale, ma &egrave; riuscito a portare sua Yamaha fino a La Paz. Ha impiegato &nbsp;2 ore e 16 minuti e si &egrave; piazzato 47&deg; a 22 minuti da Meo. Alessandro Botturi &egrave; adesso 25&deg; della generale. &nbsp;&ldquo;&Egrave; stata una giornata veramente difficile&rdquo;, dice Botturi. &ldquo;Abbiamo sofferto tanto freddo e il trasferimento &egrave; stato ancora una volta massacrante. Sono per&ograve; contento perch&eacute; oggi ho avuto un problema alla moto all&rsquo;inizio della speciale e per un momento ho temuto di non farcela. In altitudine la moto non funzionava bene e non potevo mettere la quinta marcia, spesso neanche la quarta, cos&igrave; ho dovuto fare tutta la prova in terza. Ho cercato di risparmiare il mezzo e uscire indenne da questa prima parte di gara.  "Dalla tappa di riposo in poi dobbiamo cambiare marcia. Sono partito bene, ma sono un po&rsquo; pi&ugrave; indietro rispetto all&rsquo;obiettivo iniziale, quindi vedr&ograve; di fare meglio nella seconda settimana&rdquo;, conclude Botturi. Classifica generale - Dopo la sesta tappa la Dakar dunque Benavides leader con un vantaggio di 1&rsquo;57&rsquo;&rsquo; su Van Beveren &nbsp;e 3&rsquo;50&rsquo;&rsquo;su Walkner. A 9&rsquo;33 insegue Barreda che precede Price soli 6 secondi. Meo &egrave; sesto, a oltre dieci minuti. &nbsp;       

Con il secondo posto il pilota Honda si porta in vetta alla graduatoria del rally. Giornata difficile per Botturi, ventesima Laia Sanz

Dakar sesta tappa: vince Meo, ma Benavides è leader

        La quinta tappa della Dakar vede protagonista la spagnolo della Honda Joan Barreda, che dopo il successo nella seconda tappa conquista anche la quinta frazione, la San Juan de Marcona-Arequipa, che ha visto i piloti in sella per 774 km, di cui 266 cronometrati. Con il quinto posto Adrien Van Beveren si mantiene al comando, ma ora vede il suo vantaggio ridotto a solo un minuto. Barreda, invece, &egrave; quarto a 7&rsquo;33 dal leader della Yamaha.  Quinta tappa &ndash; 774 km &ndash;San Juan de Marcona, Per&ugrave;&nbsp; &nbsp;Da questa tappa iniziano le giornate davvero lunghe per i piloti: 774 km d suddivisi fra 508 km di trasferimento e 266 di speciale. Per la prima volta si &egrave; corso contemporaneamente anche con le auto e i camion, ma in due settori. Joan Barreda su Honda ha assestato una vittoria perentoria, con oltre dieci minuti di vantaggio su Matthias Walkner, alfiere della KTM. Podio di giornata per Kevin Benavides su Honda, a 12'20". Antoine Meo &egrave; arrivato quarto,&nbsp; a 40&rsquo;&rsquo; da Van Beveren, conquistando il suo miglior piazzamento finora in questa Dakar. Il leader della corsa, Adrien van Beveren su Yamaha ha colto il quinto posto, ma con 14 minuti e mezzo di distacco da Barreda. Una caduta &egrave; costata diverse posizioni a Pablo Quintanilla, che &egrave; arrivato sedicesimo ma a quasi mezz&rsquo;ora dal vincitore della tappa e da secondo in classifica generale &egrave; precipato in nona piazza. Sempre pi&ugrave; veloce la spagnola Laia Sanz, che con la sua KTM ufficiale ha concluso l&rsquo;estenuante giornata all&rsquo;undicesimo posto ed &egrave; diciottesima in classifica generale Quattordicesima posizione di tappa per Alessandro Botturi, che al momento &egrave; ventiduesimo nelle graduatoria della corsa       

Lo spagnolo della Honda recupera quattordici minuti. Van Beveren chiude al quinto posto ma si mantiene al comando della corsa. Undicesima Laia Sanz, quattordicesimo Alessandro Botturi

Dakar, quinta tappa: vittoria per Barreda

        Sam Sunderland e la sua KTM ufficiale si sono riportati in vetta all&rsquo;estenuante competizione a tappe con la seconda vittoria. Il vincitore della scorsa Dakar aveva infatti gi&agrave; vinto il prologo e ora ha ricominciato a tirare fuori gli artigli, aggredendo con astuzia le dune deserto. Ecco com&rsquo;&egrave; andata. Terza tappa &ndash; 504 km - Pisco-San Juan de Marcona Dopo una prima speciale lunga che ha fatto aprire i primi distacchi importanti fra i concorrenti, i piloti si sono trovati a fronteggiare il deserto Ica per un&rsquo;ultima volta, il che gli ha consentito di dimostrare tutte le loro capacit&agrave; nella navigazione e nell&rsquo;attraversamento delle dune, fino ad arrivare alle sabbie bianche e finissime di San Juan de Marcona, in Per&ugrave;. Il britannico Sam Sunderland si &egrave; aggiudicato la terza tappa ed &egrave; tornato in vetta alla classifica generale. Sunderland ha percorso i 295 km della tappa in 3 ore 20 minuti e 4 secondi ovvero 3 minuti e 3 secondi pi&ugrave; veloce dell'argentino della Honda Kevin Benavides. Benavides e Price hanno cercato di limitare i danni e si sono piazzati alle sue spalle con un distacco di poco pi&ugrave; di tre minuti, ma la terza KTM &egrave; quella di Antoine Meo in ottava posizione davanti a Matthias Walkner e i due inseguono in classifica rispettivamente a oltre 6 e 9 minuti. IL VINCITORE - "E' stata una giornata difficile &ndash; ci sono stati molti fuori pista e alcune dune erano davvero difficili da navigare e anche da salire&rdquo;, ha detto Sunderland. &ldquo;Questo ha reso tutta la giornata un po' pi&ugrave; fisica. Sono felice di aver ottenuto un'altra vittoria, ma &egrave; ancora presto e abbiamo ancora molta strada da fare. Oggi ho avuto davvero un ottimo feeling con la moto, anche nella sabbia soffice ha tirato sempre molto bene. Ho fatto un paio di errori a met&agrave; della speciale, ma per fortuna non mi sono costati troppo tempo. " In classifica generale Sunderland ha un vantaggio di 4&rsquo;38&rsquo;&rsquo; su Benavides e 5&rsquo;00 su Quintanilla, con Price quarto a 7&rsquo;28&rsquo;&rsquo; e l&rsquo;americano Brabec a completare la top 5 a 8&rsquo;00. IL 'BOTTU' - Tra gli italiani Alessandro Botturi si conferma il pi&ugrave; veloce, e si piazza 14esimo a 16&rsquo;38&rdquo; da Sunderland. E&rsquo; quindicesimo nella classifica generale. Bella prestazione anche per Jacopo Cerutti, fino a quando ha fatto un errore di navigazione che gli ha fatto perdere tempo, e ha concluso la tappa in 39&deg; posizione a oltre 40 minuti dal leader Sedicesima posizione nella terza tappa per la &ldquo;regina del deserto&rdquo; Laia Sanz, che &egrave; la donna pi&ugrave; veloce alla Dakar. La spagnola &egrave; diciottesima nella classifica generale. &nbsp;       

Il britannico della KTM vince la speciale e si riporta al comando davanti alla Honda di Benavides. Quattordicesimo Alessandro Botturi

Dakar: Sunderland leader nella terza tappa

        La Dakar 2018 ha preso il via il 6 gennaio da Lima e si concluder&agrave; il 20 a Cordoba dopo 14 tappe. Un percorso eccezionale che copre una distanza totale di quasi 9.000 km, di cui 4.500 km di prove speciali. Ben 525 i concorrenti al via per un totale di 337 mezzi: 190 moto/quad, 91 auto, 14 Side by Side e 42 camion. I concorrenti arrivano da ben 54 diverse nazionalit&agrave;. Francia, Argentina e Olanda sono i paesi pi&ugrave; rappresentati. Fra le due ruote, Honda &egrave; partita con gli obiettivi di interrompere lo strapotere KTM, che vince dal 2001. Il Team HRC potr&agrave; contare per&ograve; su un elemento in meno: Paulo Gon&ccedil;alves, infatti, ha dato forfait per i postumi di una recente caduta in allenamento. Rimangono Joan Barreda, cos&igrave; come sui giovani Kevin Benavides e Ricky Brabec. KTM schiera una moto nuova e piloti del calibro di Sam Sunderland, vincitore dell&rsquo;edizione 2017, Matthias Walkner e Antoine Meo. Ai nastri di partenza anche il vincitore 2016 Toby Price, ma con qualche complicazioni per via di infortuni. Yamaha ha schierato Adrian van Beveren, Franco Caimi e Xavier de Soultrait. Da tenere d&rsquo;occhio anche Gas Gas con la struttura creata da Gi&ograve; Sala. Prima tappa &ndash;273 km &ndash; Lima/Pisco L&rsquo;estenuante maratona ha preso il via con i primi 242 km, di cui 31 di speciale, tra Lima e Pisco, in Per&ugrave;. Tra le moto, il britannico Sam Sunderland su KTM ha siglato la prima vittoria, precedendo di soli 32 secondi il francese Adrien Van Beveren su Yamaha. Il cileno Pablo Quintanilla su Husqvarna ha conquistato il 3&deg; posto a 55 secondi. Alessandro Botturi ha chiuso al 35&deg; posto a oltre 5 minuti dal vincitore, mentre Jacopo Cerutti &egrave; 42&deg; a circa 6 minuti. &nbsp;&nbsp; Seconda tappa &ndash; 267 km Pisco-Pisco Con la vittoria nella seconda tappa in vetta alla graduatoria generale si &egrave; portato lo spagnolo della Honda Joan Barreda, che precede il francese della Yamaha Adrien van Beveren e l&rsquo;austriaco Matthias Walkner su KTM. In quarta posizione il vincitore del 2017, il britannico Sam Sunderland, sulla KTM. Il pilota capace di aggiudicarsi l&rsquo;edizione del 2016, invece, l&rsquo;australiano Toby Price &egrave; decimo. In rimonta Alessandro Botturi 23esimo. Jacopo Cerutti &egrave; 34esimo.       

E' partita l'estenuante maratona che si concluder&agrave; il 20 gennaio a Cordoba. Nonostante il forfait di Goncalves, Honda precede KTM

Dakar: Barreda leader dopo le prime due tappe

        L&rsquo;ultimo appuntamento della stagione degli Assoluti d&rsquo;Italia di Enduro si svolger&agrave; sabato 17 e domenica 18 settembre a Santa Margherita di Staffora, nel pavese, con tutti i titoli nazionali ancora da assegnare e 142 concorrenti al via.Il Motoclub Pavia per il gran finale ha allestito un tracciato decisamente tecnico, con tre prove speciali. La prima ad essere affrontata sar&agrave; il Cross Test, dopo circa venti minuti dallo start, adagiato su un pratone ricco di contropendenze. Altri venti minuti di trasferimento e sar&agrave; la volta del C.O. assistenza, dal quale poi partir&agrave; l&rsquo;Enduro Test. La linea, con i suoi 8 km di lunghezza, raccoglier&agrave; varie insidie come mulattiere in salita e discesa, sassi, pietraie e sottobosco. Terminata la prova, che sar&agrave; caratterizzata da inizio e fine vicini, sar&agrave; la volta dell&rsquo;Estrema, situata ai piedi del paddock e all&rsquo;interno del fiume Staffora. Fondo ciottoloso e passaggi all&rsquo;interno del fiume saranno le difficolt&agrave; maggiori, racchiuse tutte in 2 km di prova.Sia sabato che domenica il tracciato, che conta una lunghezza di 48 km circa, sar&agrave; ripetuto per quattro volte, con partenza fissata alle ore 8.30.Nella classifica assoluta in soli tre punti troviamo l&rsquo;iridato di quest'anno Giacomo Redondi, Alex Salvini e Manuel Monni. Per il portacolori di Honda Redmoto la partecipazione a quest&rsquo;ultima, importante, prova di campionato ha sempre pi&ugrave; un grande punto di domanda causa un ginocchio gonfio. Se cos&igrave; fosse, la sfida si concentrerebbe tutta su Salvini e Monni: il primo in cerca di riscatto dopo aver perso il titolo lo scorso anno a favore di Antoine Meo anche se entrambi avevano lo stesso punteggio, il secondo &egrave; pronto a mettere la firma per la prima volta nella sua carriera enduristica nella classifica assoluta.Se l&rsquo;assenza di Redondi fosse confermata, porte aperte nella Junior per il teammate Davide Soreca (nella foto). Al momento l&rsquo;iridato 2016 si trova al comando con punteggio pieno di 120 punti, seguito da Show con 98 punti, mentre al terzo posto, ma pi&ugrave; distaccato, troviamo Nicol&ograve; Bruschi (Husqvarna Osellini) che dovr&agrave; stare ben attento a Michele Marchelli (Honda Jolly Racing), poich&eacute; a dividerli &egrave; solo un punto.Sfida tra giovani nella E1 con Rudy Moroni e Gianluca Martini (Lunigiana Enduro) in lizza per il titolo nazionale; a guidare la classifica con 111 punti c&rsquo;&egrave; numero 90 del Team KTM Farioli grazie a tre vittorie e tre secondi posti. Un solo successo in questa stagione per il toscano Martini, che insegue a 14 punti di distacco!Interessante sar&agrave; la sfida della E2, con gli ex crossisti Alex Salvini (Beta Motor) e la new entry Davide Guarneri (Honda Redmoto) separati da due lunghezze. Entrambi hanno all&rsquo;attivo tre vittorie e due secondi posti, cos&igrave; la tappa di Santa Margherita di Staffora sar&agrave; determinante; Salvini cercher&agrave; di raccogliere secondi preziosi nelle estreme e nelle linee, punto debole di Guarneri, mentre il bresciano cercher&agrave; sicuramente di dire la sua nei Cross Test. Attenti anche Deny Philippaerts (Beta Boano), attualmente terzo con 94 punti.Pronto a portarsi a casa il terzo titolo della E3 sar&agrave; Manuel Monni; il poliziotto della TM dovr&agrave; ben amministrare i 16 punti di vantaggio che ha su il collega Thomas Oldrati (Husqvarna BBM). Pi&ugrave; distanziato il track ispector del Mondiale Enduro Maurizio Micheluz (Husqvarna), terzo con 92 punti.Con una fila positiva di quattro successi nelle ultime quattro tappe del tricolore Youth, Matteo Pavoni (KTM) &egrave; alla caccia dell&rsquo;ambito titolo nazionale; ad ostacolarlo il dominatore della prova di apertura di Lignano Sabbiadoro, Emanuele Facchetti (KTM). I due sono separati da 8 punti e le due giornate lombarde saranno determinanti.Nella classe riservata agli Stranieri a tentare il colpo grosso sar&agrave; Pascal Rauchenecker (Husqvarna Rockstar) che al suo esordio nel mondo delle mulattiere e nel Campionato Italiano &egrave; al comando della categoria con 87 lunghezze. Dietro di lui, con 86 punti c&rsquo;&egrave; Johnny Aubert (Beta Motor)che per&ograve; non sar&agrave; presente all&rsquo;ultimo appuntamento della stagione per un dolore alla spalla. Assente anche il terzo classifica Nathan Watson (KTM Farioli). Tra le squadre di club, la vetta del podio porta la firma del Motoclub Fiamme Oro Milano, inseguito a 3 punti dalla formazione del Motoclub Sebino, mentre il terzo posto &egrave; del Trial David Fornaroli. Tra i Team Indipendenti vittoria quasi matematica per il Diligenti Racing.Nella Coppa Italia il leader della Cadetti &egrave; Alberto Capoferri (KTM), con 94 punti, contro gli 86 di Federico Piccina (Husqvarna). Al terzo posto, con 78 punti ciascuno, troviamo Silvestro Silvi e Ramon Bregoli, rispettivamente su Husqvarna e KTM. La testa della classifica della Junior &egrave; nelle mani di Andrea Giubettini.Nel contesto degli Assoluti d&rsquo;Italia si svolger&agrave; anche la finale della X-CUP Maxxis-Honda Redmoto, con Alex Salvini, detentore delle due precedenti edizioni e attuale leader con 69 punti e Giacomo Redondi, secondo a 67 punti. In terza posizione c&rsquo;&egrave; Johnny Aubert, mentre il quarto e quinto posto sono occupati da Manuel Monni e il fresco campione del mondo Matthew Phillips.Altro Trofeo che domenica conoscer&agrave; il suo nuovo leader &egrave; quello intitolato a Mika Ahola, voluto fortemente da Marika Ahola in memoria del compianto pilota finlandese. Ad aggiudicarselo nel 2015 era stato Antoine Meo, mentre quest&rsquo;anno a contendersi il titolo saranno Redondi, Salvini e Monni, i maggiori pretendenti del tricolore nella classifica Assoluta.       

Nella classifica assoluta la sfida &egrave; fra il neoiridato Giacomo Redondi, Alex Salvini e Manuel Monni. Questo weekend la finale nel pavese

Enduro, assoluti d'Italia: le finale il 17/18 settembre

di Dario Agrati   Dove eravamo rimasti? Al 2015 quando Antoine Meo e Alex Salvini erano finiti a pari punti nella classifica tricolore assoluta e Meo vinceva il titolo di super campione grazie a sei vittorie, un secondo, un terzo, contro tre vittorie, tre secondi, un terzo e due quarti di Salvini? Quattro mesi dopo si &egrave; ricominciato, ma ai vertici della classifica assoluta le cose sono un po&rsquo; cambiate.   WATSON DOMINATORE - Primo perch&eacute; non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; Meo, poi perch&eacute; dalla KTM &egrave; arrivato il giovane ex crossista inglese della MXGP Nathan Watson che ha portato al debutto la nuova &ldquo;arancione&rdquo; 250 4T Factory mettendo tutti sull&rsquo;attenti con due vittorie assolute e vantaggi persino inquietanti sugli avversari. Davide Guarneri dopo anni di cross nella MXGP, al suo esordio nell&rsquo;enduro con la Honda-RedMoto 450 4T all&rsquo;indomani dell&rsquo;esperienza dello scorso settembre alla Sei Giorni in Slovacchia, sabato ha sfiorato il colpaccio. Il &ldquo;pota&rdquo; ha perso la vittoria assoluta d&rsquo;un soffio solo nella prova estrema di cross disputata in serata per una scivolata su dei tronchi e rocce quando era abbondantemente al comando dopo le prime otto speciali della mattinata e del primo pomeriggio. Salvini, invece, alla sua prima uscita ufficiale stagionale dopo il clamoroso passaggio dell&rsquo;inverno dalla Honda alla Beta 4T 430 RR, non si &egrave; trovato a lottare solo con il suo nuovo compagno di squadra, Johnny Aubert che ha lasciato il 4T per la 300 2T toscana, ma ha dovuto fare i conti per il primato assoluto un po&rsquo; anche con Watson e Guarneri.  SFIDA TRICOLORE - Il confronto della E2 ha invece proposto quella che sicuramente sar&agrave; la sfida dell&rsquo;anno tra Guarneri e Salvini con i due che sono sembrati gareggiare da soli nello stesso momento in un&rsquo;unica categoria, mentre gli altri in un&rsquo;altra classe malgrado la buona volont&agrave; di Deny Philippaerts. Nella E2 si &egrave; poi avuta la conferma che il duello tra Guarneri e Salvini sar&agrave; soprattutto una gara fra uomini che si giocher&agrave; sempre sul filo del rasoio con mezzi tecnici praticamente alla pari. Il primo responso ha premiato Guarneri, due volte primo nella E2 e altrettante sempre secondo nella classifica assoluta. Salvini, sabato ha perso un paio di minuti per una probabile infiltrazione d&rsquo;acqua nella prova fettucciata dell&rsquo;entroterra, mentre domenica si &egrave; subito riscattato lottando fino all&rsquo;ultimo con Guarneri e Aubert per il podio dell&rsquo;assoluta. Novit&agrave; anche da parte di Manuel Monni che dopo avere cullato l&rsquo;idea di portare al debutto la nuova TM 300 4T, ha scelto definitivamente e saggiamente di gareggiare con la TM 300 2T. Monni &egrave; stato tra i protagonisti dell&rsquo;assoluta dominando alla grande la E3, come pure Giacomo Redondi dominatore della EJ, mentre Alessandro Battig e Rudy Moroni, oltre a essere stati tra i protagonisti dell&rsquo;assoluta, si sono spartiti la vittoria della E1. Nella EY &egrave; ritornato alla vittoria Facchetti con Macoritto due volte secondo, mentre Spandre si sta riprendendo dall&rsquo;infortunio al polso destro.  ANTIPASTO VERO - Insomma, che considerazioni ci offre la prima gara degli Assoluti d&rsquo;Italia che come &ldquo;sostanza&rdquo; e &ldquo;partecipazione&rdquo; da anni &egrave; l&rsquo;unico vero antipasto di quello che sar&agrave; la stagione iridata in un autentico mundialito con tre appellativi: spettacolare, sorprendente, tutti da seguire. Partiamo dalla formula della gara di &ldquo;enduro sprint&rdquo; della prova di Lignano che per il secondo anno consecutivo, pur senza i contenuti tecnici dell&rsquo;enduro tradizionale, &egrave; piaciuta praticamente a tutti malgrado le condizioni meteo non certo favorevoli. L&rsquo;esperimento di questa formula di gara voluta nuovamente a Lignano dai tecnici FMI e dal propomter, potrebbe svilupparsi in futuro anche su altri tracciati diversificando cos&igrave; anche il tipo di terreno su cui gareggiare che a Lignano &egrave; su sabbia, verso strutture e percorsi diversi come quelli del Ciocco, Pietramurata o la pista di Franciacorta che a breve disporr&agrave; anche di una lunga speciale enduro e di una nuova di cross.  ASPETTI POSITIVI - Fino a qualche anno fa sarebbe stata un&rsquo;utopia proporre gare di questo tipo, ma anche l&rsquo;enduro si deve adattare all&rsquo;evoluzione dei tempi con l&rsquo;idea di nuovi format di gara se vuole coesistere con le problematiche legate all&rsquo;ambiente, all&rsquo;inquinamento, al rumore e all&rsquo;utilizzo obbligatorio delle targhe. Lignano ha quindi lanciato un messaggio che pu&ograve; solo essere coltivato abbinando alla gara friulana altre possibilit&agrave;.  Se vogliamo anche analizzare i risultati della classifica assoluta della gara di Lignano emerge il netto contrasto con quello che vorrebbero proporre FIM e ABC per il mondiale 2017; cio&egrave; creando la nuova classe EGP come categoria di riferimento per moto 300 2T e 4T da 350 a 500 e la classe E2 come categoria di importanza minore. Bene, chi ha vinto a Lignano le due giornate della classifica assoluta, cio&egrave; chi &egrave; stato il pi&ugrave; veloce, chi il migliore, chi il pilota di riferimento? Un pilota con una KTM 250 4T e non uno su una 300 2T o una 450 4T. Quindi, perch&eacute; impedire a priori che in futuro il pilota di riferimento possa essere anche chi guida un&rsquo;attuale E1 o un Redondi che gareggia nella EJ ma che a Lignano ha ottenuto un quinto e settimo posto assoluto?  Per questo la gara di Lignano ci &egrave; piaciuta ancora di pi&ugrave; dell&rsquo;anno scorso dando anche la possibilit&agrave; a molti piloti di potersi allenare quest&rsquo;inverno per un paio di mesi sulla spiaggia. Diamo il tempo di lavorare e trovare il giusto ritmo, magari trasformando questa prova anche in una otto o dodici ore come avveniva negli anni settanta in Franciacorta. 

L&rsquo;inglese vince la tappa di Lignano Sabbiadoro in sella alla nuova KTM 250 4T Factory. Ottimo l&rsquo;esordio di Guarneri 

Assoluti d&rsquo;Italia Enduro: elementare, Watson

Il cileno Pablo Quintanilla ha conquistato la vittoria nella tredicesima e ultima tappa della Dakar, ma il successo dell'estenuante maratona &egrave; andato all'australiano Toby Price su KTM (nella foto). Per Price si tratta della prima affermazione alla Dakar: lo scorso anno, infatti, si era piazzato al terzo posto.  L'ultima tappa ha previsto ben 699 km prima di arrivare a Rosario e Quintanilla&nbsp; stato velocissimo fin da subito, portandosi al comando davanti a Kevin Benavidaes sulla Honda. Alle loro spalle Helder Rodrigues e Adrien Van Beveren, almeno fino al primo check point.  Per Antoine Meo, intanto, &egrave; stato un incubo: con una mano infortunata dopo la caduta di ieri, concluder&agrave; addirittura in 53a posizione, a 48 minuti. Questo la dice lunga su quanto deve essere stata sofferta la sua partecipazione oggi. Eppure, il pilota KTM ha voluto arrivare al traguardo di Rosario.  Laia Sanz ha completato la Dakar nonostante una clavicola rotta fratturata due giorni fa. Dopo essersi rivelata veloce in tutta la gara, la piilota - quattro volte campionessa del mondo di enduro - ha dimostrato di che pasta &egrave; fatta anche in caso di infortunio, trovando la forza per concludere la lunghissima speciale di oggi nonostante la frattura.  La classifica di tappa vede Quintanilla davanti a Benavides, con Rodrigues al terzo posto mentre Price oggi &egrave; si &egrave; accontentato della quarta posizione di tappa davanti a Svitko.  In classifica generale alle spalle di Price si &egrave; piazzato proprio lo lo slovacco Svitko mentre Quintanilla con questa vittoria di tappa a acciuffato il terzo gradino del podio ai danni di Benavides. Primo degli italiani Jacopo Cerutti, dodicesimo.  Qui la classifica generale.  Fiammetta La Guidara

Quintanilla conquista la vittoria nella tredicesima e ultima tappa della Dakar, ma la gara va all'australiano Toby price su KTM

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